Facebook Marketing: il clamoroso errore
[Facebook Marketing: il clamoroso errore – Articolo di Giulio Fabbri]
Fino a qualche anno fa (sembra già preistoria), la parola “Marketing” unita a “Facebook” non aveva alcun senso.
Parlare di “Facebook Marketing” era astrazione pura, era la via di mezzo fra un film di fantascienza ed una barzelletta (gran parte dei marketer propendevano per la 2°).
“Su Facebook e’ inutile fare marketing, la gente non è li per cercare qualcosa ne’ per comprarla ma per cazzeggiare, punto.”
Amico mio, questo è uno dei più grandi abbagli della storia di internet, in particolare dell’internet marketing.
Ora fatti queste semplici domande:
“Quante volte sono andato in giro per strada senza cercare nulla in particolare e mi è venuta voglia di comprare qualcosa improvvisamente?”
Quante volte sei stato attirato da qualcosa esposta in una vetrina di un negozio e hai deciso di entrare per comprartela?
Quante volte hai visto l’insegna di un bar o di un locale e hai deciso di entrare per prendere un caffè, un gelato o un aperitivo?
Quando guardi la tv cerchi qualcosa in particolare?
La guardi per comprare qualcosa?
Eppure dopo aver visto uno spot pubblicitario quante volte ti sarà capitato (anche a distanza di tempo) di acquistare il prodotto che ti è stato presentato?
E passiamo anche alla seconda parte dell’abbaglio: il “cazzeggio”. Ammettiamo che la gran parte delle persone che sono su Facebook voglia unicamente cazzeggiare (anche se in realtà ci sono sempre più gruppi fatti da persone che hanno a cuore il loro business e rivelano tante cose utili, ma prendiamola comunque per buona).
Chi l’ha detto che se si cazzeggia non si puo’ comunque essere interessati a comprare qualcosa?
Per caso tu quando vai in giro a far shopping, stai lavorando?
Per caso quando guardi la televisione e ti viene voglia di comprare, stai lavorando?
Come puoi vedere questa teoria fa acqua da tutte le parti…
Per comprare o far nascere in te la voglia di comprare non è detto che tu debba per forza fare qualcosa di utile per te stesso o per il mondo, ma è sufficiente venire coinvolto con qualche messaggio, immagine o video ben studiati e persuasivi.
Ecco perché gli annunci su Facebook presentano delle immagini…
Facebook Marketing: il clamoroso errore
Adesso prova a metterti dall’altra parte della barricata.
Immagina di essere tu ora a voler vendere qualcosa.
Devi sapere che le grandi aziende mediamente arrivano a spendere per uno spot in tv ripetuto per un paio di mesi, decine di milioni di euro e ne conoscono la resa effettiva ovvero il ritorno sull’investimento (ROI) dopo mesi.
Questo perché le normali pubblicità che girano in tv non generano risposta diretta, non ci sono link da cliccare o numeri di telefono da comporre per agire immediatamente dopo aver visto lo spot (ad eccezione di “mediashopping”), quindi bisogna basarsi su analisi di mercato sul medio-lungo periodo che costano parecchio e che solo le grandi aziende possono permettersi.
Dato che ora leggi questo articolo molto probabilmente non apparterrai a questa categoria se hai un’attività (o aspiri ad averla), ma sarai un “normale imprenditore” (come il sottoscritto).
Devi sapere che se usi i Facebook Ads per farti pubblicità, puoi decidere di spendere da 1€ al giorno a quanto vuoi per tutti i giorni che vuoi, oppure decidere di investire una sommetta (ad esempio 50-100€ o quanto vuoi) per realizzare una campagna pubblicitaria che terminerà rigorosamente esaurito il budget.
Il ritorno sull’investimento lo puoi conoscere dopo qualche giorno o una settimana o un paio di settimane, dipende da come è strutturato il tuo marketing e da cosa vendi.
Il modo migliore per fare Facebook Marketing
In ogni caso la regola n°1 per vendere qualcosa (non solo su Facebook) è innanzitutto coinvolgere il potenziale acquirente catturando la sua attenzione.
Ecco perché come ho già detto prima, i Facebook Ads hanno le immagini.
Ma non è sufficiente coinvolgere, bisogna anche trovare le persone più adatte ad essere coinvolte dai tuoi annunci e dal tuo marketing.
Ecco che allora si parla di targettizzazione, rivolgersi ad un target ben definito di persone, con specifici interessi e problemi.
E gli annunci di Facebook ti permettono di targettizzare chi vedrà il tuo annuncio in maniera molto precisa, in base all’età, gli interessi, la zona geografica (con maggior precisione di google adwords), il lavoro che svolge, la scuola che ha frequentato, la categoria cui appartiene, etc…
Facebook Marketing: ora ci manca solo l’ultimo passaggio, fai attenzione…
Se vuoi che le persone che fanno parte di questo target diventino a tutti gli effetti clienti veri e propri (paganti), devi far in modo che convertano.
Convertire significa “compiere l’azione da te richiesta” e sulla tua pagina di vendita sarà quella di comprare il tuo prodotto.
Per far effettuare una conversione al tuo visitatore dovrai offrire la soluzione al suo problema (ovvero il tuo prodotto) nella maniera più coinvolgente possibile.
Ricorda che Facebook non è come Google.
Le persone quasi sicuramente non cercano nulla mentre sono su Facebook, non stanno facendo “domande dirette” al sistema, ma hanno una “domanda latente” dentro che tu devi saper individuare e soddisfare catturando fin da subito l’attenzione.
Hai appena scoperto l’essenza del Facebook Marketing:
“Coinvolgi, Targettizza, Converti”
Ovvero il Sistema C.T.C. che ha permesso di costruirmi una rendita mensile con la quale vivere più che dignitosamente proprio grazie a Facebook, al mio marketing e alla faccia dei detrattori del Facebook Marketing.
[Facebook Marketing: il clamoroso errore – Articolo di Giulio Fabbri – lo specialista di “Facebook Marketing”]
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Josè Scafarelli
Ciao Giulio! 🙂
Innanzitutto grazie per aver scritto questo articolo qui nel Laboratorio! 🙂
Mi è piaciuta molto la frase – che ho anche messo in evidenza in fase di editaggio:
Le persone quasi sicuramente non cercano nulla mentre sono su Facebook, non stanno facendo “domande dirette” al sistema, ma hanno una “domanda latente” dentro che tu devi saper individuare e soddisfare catturando fin da subito l’attenzione.
Mi è sembrata illuminante: fa comprendere come la psicologia dietro una FB Ads sia completamente diversa da quella SEO, quando devi posizionarti con un articolo, oppure la psicologia per un annuncio Adwords.
Grazie per la condivisione, appena posso mi studio volentieri il tuo corso, so per fama che sei molto bravo in questo settore! 🙂
1abbraccio
Josè
Francesco
Bravi , bravi , bravi , era quello che stavo cercando e avete risposto a molte mie domande che mi giravano per la testa …
Continuate così …
Francesco Ciaccia
ZoneRiflesse.it
MARCO
Ciao,
questo articolo ha confermato ciò che intuivo,
proprio come un lungomare, esci per passeggiare ma qulcosa la compri sempre….
prima e poi
a presto Bravo Gulio Fabbri e Grazie Josè
Saluti
Marco Serra
www. slimway.it
Josè Scafarelli
Prego Marco… 🙂 è bello prendersi dei ringraziamenti senza aver fatto nulla! 😀
Succede spesso con i guest post! 😉
1abbraccio
Josè
Oliver Dobre
Ciao Giulio, condivido totalmente quanto scrivi nell’articolo.
Ogni volta che vado su Facebook non penso mai di entrare per comprare qualcosa, eppure a volte mi ritrovo, non so per quale motivo, di cliccare sui annunci, e non ti nascondo che ho anche fatto acquisti passando per gli annunci di Facebbok 😀
Penso che a molti succede questa cosa, quindi sono certo che impostando bene le campagne FB si può avere ottimi risultati.
Grazie e complimenti per l’articolo 😉
Oliver
andrea
Molto interessante grazie, mi hai aperto un altra “finestra”!
Un abbraccio
Andrea
Michele
Interessante! Considerazioni che condivido pienamente: è come dire che Facebook è la “televisione” del nuovo millennio. Anche quando andiamo al cinema non ci andiamo per lavorare bensi per rilassarci, eppure ci propinano 40 minuti di pubblicità e noi la subiamo inconsapevolmente!
Giulio Fabbri
Jose’ e Oliver grazie a voi per aver pubblicato il mio articolo e per i complimenti.
In effetti la psicologia da avere quando si vuole creare una campagna Facebook Ads è proprio quella di pensare in modo diverso sia dal Seo che da Google Adwords. Non si ragiona tanto in termini di parole chiave ma in termini di affinità e interessi.
Le persone su Facebook non cercano parole chiave collegate a qualcosa ma hanno affinità, interessi e appartengono a gruppi in cui nutrono le stesse passioni, gli stessi interessi ed hanno gli stessi problemi.
E’ un concetto che all’inizio può confondere ma una volta che lo si capisce e si entra nell’ottica giusta i risultati poi non tardano ad arrivare.
Se Google è visto un po’ come una biblioteca dove la gente cerca e studia quello che trova magari anche comprandolo, Facebook deve essere visto come un party in cui ci si svaga, ci si diverte ma si trovano anche clienti, si fanno accordi e si guadagna. L’importante è “parlare” alle persone giuste e saperle coinvolgerle fin dall’inizio
Grazie anche a Andrea, Marco e Francesco
Un saluto speciale a tutti quanti 😉
Giulio
Beniamino
Io -da utente- non ho ancora capito una cosa fondamentale: che metto a fare “mi piace” a una pagina, se non proprio per ricevere gli aggiornamenti?
Mettiamo che mi piaccia la musica di Ligabue: vorrei sapere le sue date, i suoi pensieri, le nuove uscite, senza che lui, che ha una già una grande pagina fan su fb, paghi ogni volta per promuovere ogni post…
Josè Scafarelli
Ciao Beniamino! 🙂
Ti rispondo “da utente” 🙂
Io ho spesso messo un MI PIACE anche solo per dire che mi piace quella cosa… ad esempio un gruppo musicale, o un autore di libri.
Fino a pochi anni fa, non ci avevo neanche mai pensato che mettendo quel MI PIACE avrei anche ricevuto degli aggiornamenti da quella pagina.
Credo sia così per molti… soprattutto gli utenti meno smaliziati di FB. 😉
Ho anche messo qualche MI PIACE per dare merito a qualcuno che ha fatto qualcosa che mi è piaciuto… insomma, il fine di ricevere aggiornamenti non l’ho quasi mai avuto… 😉
Questa è la mia esperienza… 😉
1abbraccio
Josè
Riccardo
Articolo molto interessante. Queste sono informazioni di cui bisogna fare tesoro se si lavora nel campo del Social Media Marketing.
In effetti la gente fa acquisti principalmente quando si svaga che non mentre lavora.
Ciao e complimenti per il post
Riccardo
Giulio Fabbri
Esatto Michele, anche se spero proprio che non arrivino mai a farti pagare il canone anche per Facebook…
Giovanna
è molto interessante questo articolo. Effettivamente sapevo che facebook è un social dove le persone vanno per curiosare. E avevo trovato navigando in rete anche questa distinzione tra i social: facebook è un social per le persone che si conoscono; twitter è un social tra le persone che non si conoscono e google plus invece ci sono le persone che vogliono conoscere. Questo potrebbe essere utile anche per le strategie da adottare.
Giulio Fabbri
Interessante osservazione Giovanna
Stefano Manzotti
Ho sentito molto spesso il discorso: “Ma la gente su Facebook sta per fare due chiacchiere” oppure “ma su Facebook ci sono solo ragazzini che non acquisteranno nulla”. E’ un bene che i nostri competitors la pensino a questo modo, così i nostri CPC saranno inferiori 😀
Oliver Dobre
Giusta risposta Stefano.
Facebook è come il bar del paese, c’è chi continua a lamentarsi senza tentare di cambiare minimamente il proprio punto di vista, e chi coglie le opportunità e si costruisce il proprio business sfruttando il bar Facebook 😀